‘S GUETE

Luft
in d’agn.
Sune schtraichn.
Sauber grien
va groassmechtiga
ploba heinte
ausgeputzater.
Gumala
schliefi in maina pfechtn.
Gueta pfechtn.
De reidnt
va vride.
I naigise
in der ruhe.
In der se ruhe
an der schoasse
ze holtan.
‘S bie a kint
ze berman
ze bochan
ze bokhsan.
‘S bie
ana khlana
gueta ruhe.

IL SENSO DEL BUONO

Vento
frizza negli occhi.
Tulle di coccole
il sole.
Verde pulito
lavato da mani
che non conosco
di turchino così grandi.
Con passo cadenzato
cammino nei pensieri.
Sanno di semplice.
E buono.
Il senso di calma.
Fra le braccia
di una piccola pace.
Da vegliare.
Gelosa.
Da sussurrare appena.
Per tenerla fra le mani.
Per scaldarla
e crescerla.
Come un bimbo.
Come una piccola pace.

BEN DE KHEMAST (MORGENLEIT)

Rinhe ‘s aufgehan.
Stikhl auf
ohna miedikhat.
Raicher
baisser
peltze.
Negelan liechtlan
der schnea.
Vourn perge
ohna bertlan
kana bertlan..
Ben de kemast, haite,
vame Morgenleit
abinar
mit schnea plosar vingrn,
i lossat mi gehan
ohna miedikhat
ohna kroft…
Lai schoane donknter.

SE ARRIVASSI (MORGENLEIT)

Leggera
la fatica
mentre
sali e sali.
Regale la stola
di bianco ermellino.
Spilli
a luce d’avorio la neve.
Innanzi
la cinta dei monti
attonita.
Dipinta.
Se oggi
tu arrivassi dal Morgenleit
con dita e fiato bianco
a leggera discesa,
in culla all’abbraccio
mi abbandonerei.
Senza opporre nulla.
Solo scivolando
e scivolando
Senza fatica
senza fatica.
E ringraziando.